02/01/2017
BORGATE MONTEBENEDETTO E BANDA - COMUNE DI VILLAR FOCCHIARDO (TO)
La Certosa di Montebenedetto riveste un particolare interesse nell'ambito della storia certosina e più largamente nella storia delle strutture monastiche alpine. Appartiene, infatti, al gruppo delle più antiche fondazioni dell'ordine certosino in Italia, ma, a differenza delle Certose coeve, è stata abbandonata in età ancora bassomedievale e non ha quindi subito le variazioni organizzative e planimetriche che hanno caratterizzato le altre certose all'epoca della Controriforma.
Quanto resta di Montebenedetto è dunque una struttura congelata nel tempo di una Certosa della metà del XV secolo. Secondo la tipologia certosina, la Certosa o "Casa alta" era accompagnata dalla Correria o "Casa bassa", i cui resti si trovano più in basso a circa 1 Km. dalla certosa.
Perno di ogni Certosa era, ed è, la chiesa. A Montebenedetto, dopo i restauri, essa si presenta ancora intatta nella sua mole severa. E' a navata unica, orientata, illuminata da tre finestre per lato, a profonda strombatura e arco a sesto pieno. L'abside è piatta, come usava più frequentemente nel mondo certosino rispetto all'abside semicircolare; la facciata è forata da una grande finestra romanica e da una massiccia porta con stipiti di pietra e un monolito per architrave; in origine l'ingresso era preceduto da un portico, come indicano le mensole a rostro. La chiesa misura 23,70 X 6,90 m. con l'abside più stretta (5,78 m.). Le misure si avvicinano alla proporzione di 1:3 circa, che si trova spesso nelle Certose dei primi tempi; anche la chiesa di Banda rispecchia queste proporzioni. L'accentuata larghezza è attenuata dalla considerevole altezza, che in Montebenedetto è di 9,50 m.
Il pavimento mostra abbondanti tracce di cocciopesto, che coprono un pavimento di basoli di pietra di forma irregolare che ne costituiva probabilmente la preparazione. La muratura esterna presenta tre segni di rialzamento del tetto dalla parte dell'abside e due dalla parte della facciata.
La Certosa di Banda, abitata da pochissimi privati, si presenta divisa in tre nuclei, disposti a semicerchio. Arrivando dalla mulattiera da Villarfocchiardo si incontra un cortile rurale attorniato da fabbricati. Di questi il più antico è quello disposto sul lato nord caratterizzato dalla presenza di una grande finestra con montanti e architrave in pietra, databile al XIII secolo e i cui spigoli murari sono rinforzati da grossi elementi orizzontali in pietra da taglio.
Ad ovest e visibile un portico, sottostante ad un primo piano a cui si accede da una scala in pietra. Dal lato sud del portico, attraverso un arco a tutto, sesto si entra in un'ala di chiostro dissestata rispetto al porticato, con archi sorretti da pilastri poggianti su un muro continuo.
Esisteva fino a qualche anno fa una finestrella della "ruota", che probabilmente era quella della cella priorale. Quel che resta del porticato continua fino alla chiesa; verso ovest un'ala di chiostro cerca di compiere un quadrilatero, con pilastri che poggiano direttamente a terra, unici superstiti di quello che doveva essere un portico.
La fiancata della chiesa nei pressi dell'angolo con la facciata, per la porta di acceso ai conversi. L'ala del portico claustrale gira verso est dove diventa un corridoio chiuso e buio: poco più avanti la parete della chiesa che lo costeggia si apre con la porta del coro dei padri, preceduta da un tratto di corridoio a volta. La chiesa, orientata, costruita su un roccione strapiombante, è ad unica stanza con volta a botte, ad abside piatta con la presenza di una bella finestra trilobata, coperta da una volta a crociera gotica, con costoloni poggianti su colonne addossate, i cui capitelli portano decorazioni antropomorfe fortemente espressionistiche, e ciò in violazione del divieto del Consiglio Generale di raffigurare "imagines curiosae".
La facciata della chiesa è aperta da una finestra molto rimaneggiata; non vi è portale d'ingresso. L'interno della navata è occupata da un coro ligneo semplicissimo con stalli chiusi da baldacchini profondi, appoggiato alle pareti, di cui è stata ipotizzata la provenienza da Montebenedetto.
Alcune celle si trovano in fondo al corridoio, disposte sfruttando ogni possibilità di disposizione; privilegiano l'altezza più che la superficie in piano, munite come sono di un primo piano, come di norma; probabilmente altre celle dovevano trovarsi dietro l'abside della chiesa, volte verso valle.