PEQUEREL - COMUNE DI FENESTRELLE (TO)
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PEQUEREL - COMUNE DI FENESTRELLE (TO)

 

28/07/2016

PEQUEREL - COMUNE DI FENESTRELLE (TO)


Di Tiziana Rocca e Alice Rostagno

Dalla tesi di laurea “Vivere la montagna: un progetto per la borgata di Pequerel”

 

 

Alla ricerca di un tema per l’approfondimento della tesi siamo state affascinate da un argomento, che si e` rivelato di grande attualita`: “il ritorno alla montagna”. La presenza di molti edifici diruti e inutilizzati, sparsi o in nuclei, sulle nostre montagne, ci stimola a riflettere sul senso dell’abbandono e sulle motivazioni al riuso. Da qui la necessita` di reiterpretare in chiave attuale la fruizione di spazi e volumi nati per esigenze primarie ora non piu` attuali.

Negli ultimi decenni del secolo scorso si e` consolidata un’immagine di montagna che viveva di sussistenza finalizzata al mantenimento e, contemporaneamente, rappresentava un mero rifugio dalla citta`, un’alternativa, un luogo ricreativo, ma sempre per le popolazioni urbane. L’attenzione si e` concentrata su un nucleo abbandonato di una borgata d’alta quota raggiungibile con mezzi a motore solo d’estate: Pequerel, borgata a quota 1.713 mslm del Comune di Fenestrelle. Un luogo panoramico ed affascinante anche per la vicinanza con l’Ente di Gestione Aree Protette Alpi Cozie (ex Parco Orsiera-Rocciavre`), uno spazio in grande stato di abbandono. L’obiettivo della tesi era teso a ricercare una reiterpretazione nella riqualificazione edilizia e, contemporaneamente, garantire un alto livello di efficentamento energetico. La destinazione d’uso immaginata e` stata quella piu` compatibile con la residenza e con la fruizione temporanea a finalita` turistica.

Progettare nel contesto di un’architettura spontanea vuol dire intervenire in un ambiente con caratteri forti, che non dipendono tuttavia da una ricerca di equilibri compositivi. Per questo motivo mutamenti, rotture di simmetrie, variazioni evidenti, non causano cesure e perdita d’identita`, anzi sono la testimonianza di un processo di trasformazione del “vivere in montagna” che ha avuto come conseguenza l’abbandono, ma anche il ripensamento di questi luoghi. Per quanto riguarda sia la scelta delle nuove funzioni che del progetto di recupero in se´, si e` cercato, innanzi tutto, di rispettare gli spazi e i loro usi originari, non proponendo soluzioni incompatibili o totalmente innovative. Due i principali obiettivi:

• Far rivivere la borgata di Pequerel dopo il periodo di abbandono a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Tale borgata e` stata oggetto, come tanti altri borghi, di uno spopolamento progressivo fino all’abbandono e oggi risulta, per buona parte dei fabbricati, in stato di rudere; soltanto gli edifici situati nelle zone periferiche del villaggio sono stati recuperati, tuttavia alcuni secondo criteri non sempre rispettosi della cultura architettonica alpina, ma e` evidente l’intento da parte di chi e` ancora fortemente legato alla memoria del luogo di opporsi al degrado e di proporne una nuova vivibilita`, anche se solo per pochi mesi all’anno.

• Aprire il villaggio a nuove vocazioni che offrano l’occasione per far rinascere un tessuto abitativo e per trovare un nuovo equilibrio territoriale, economico e sociale. Per pensare a una rinascita del borgo, ci si e` orientati verso una rilettura e reinterpretazione della cultura sia abitativa che tecnologica del passato al fine di definire un adeguato e coerente intervento di recupero rispondente sia ad esigenze innovative, attuali e funzionali, sia anche a quelle emerse attraverso il dialogo e il confronto con la gente del posto.

Dal connubio tra i due obiettivi suddetti e sulla base di una piu` consapevole rilettura dei consigli e delle suggestioni emerse dall’esperienza diretta in sono emerse le seguenti esigenze:

a. il riuso dell’esistente patrimonio immobiliare;

b. la ripresa di antichi mestieri (lavorazione del legno, coltivazione di erbe officinali, agricoltura, etc...);

c. l’individuazione di nuovi mestieri, o attivita` lavorative temporanee, compatibili con la

distanza dai centri metropolitani grazie alla presenza di tecnologie di comunicazione efficienti;

d. la caratterizzazione di nuovi mestieri (produzione biologica) e promozione del turismo consapevole e razionale;

e. l’uso di tecnologia avanzata e facilitazione di servizi che non portino ad un secondo abbandono;

f. l’organizzazione di attivita` culturali;

g. l’individuazione di soluzioni ecocompatibili

e che sfruttino le risorse locali.

Come si sostiene in “Ri-abitare le Alpi – Nuovi abitanti e politiche di sviluppo” a cura di Federica Corrado, “Per abitare veramente un luogo, e` necessario prendersi cura tanto delle cose che ne determinano la forma quanto delle persone che lo abitano”.

Il villaggio di Pequerel si presenta composto da un nucleo di case in pietra, esso risulta visivamente connesso ad una serie di landmark che ne rendono caratteristica la posizione soprattutto da un punto di vista paesaggistico.

La posizione naturalistica e la vicinanza a monumenti di interesse storico attribuisce un indubbio valore al villaggio. Non si possono, tuttavia, tacere problematiche evidenti: Pequerel e` collocato in posizione “a rischio valanga” (la caratteristica piu` evidente del sito e` determinata da una muraglia a cuneo a guisa di spartineve di argine di protezione); inoltre e` posizionata a distanze considerevoli da agevoli collegamenti con la valle soprattutto nella stagione invernale, con condizioni atmosferiche avverse e con la chiusura della strada di accesso al parco.

A fronte di tali osservazioni si sono individuate le seguenti possibili funzioni per il recupero della parte centrale di Pequerel al fine di un ripopolamento della borgata: residenziale e turistica. Secondo una prima ipotesi di trasformazione della borgata, si e` pensato al progetto di un ecovillaggio sulla base delle caratteristiche dei paesi aventi diverse affinita` per posizione, condizione di abbandono, numero di unita` ed esigenza di recupero. L’esempio che ha suscitato tale interesse coincide con quello di Torri Superiore, un borgo medievale situato ai piedi delle Alpi Liguri nei pressi di Ventimiglia. Per la realizzazione di tale ecovillaggio e` stata istituita un’associazione che facesse partire i lavori di recupero e valorizzazione del borgo. I principi seguiti sono nel rispetto del territorio e delle sue risorse, pertanto sia nelle scelte prettamente progettuali che nello stile di vita si e` andato a sottolineare tale intento. Attualmente a Torri Superiore vi si insedia una vera e propria comunita` che gestisce direttamente l’attivita` produttiva agricola e quella turistica.

In questo esempio particolare l’ecovillaggio e Torri Superiore sono una cosa sola, difatti esso comprende tutti i membri residenti e non residenti e gli ospiti della struttura ricettiva presente nel borgo sono invitati a seguire i principi della comunita` insediata. Gli ambiti che caratterizzano questo luogo sono differenti: il “sociale”, il “restauro”, l’”alimentazione”, il “riciclaggio” e i “trasporti”.

Sotto questi diversi aspetti la comunita` di Torri Superiore e` stata coerente per le scelte gestionali, architettoniche, produttive ed ecosostenibili. Tuttavia, nel particolare caso della borgata di Pequerel, e` stato necessario abbandonare l’ipotesi di realizzare un vero e proprio eco villaggio non tanto per l’inesistenza dei presupposti riguardo l’ecosostenibilita` ambientale, quanto per l’assenza di partecipanti ad un progetto, che, come nel caso dell’esempio suddetto sono il cuore pulsante dell’attivita` del paese.

Quello che e` stato possibile fare a Pequerel per poter in parte seguire i presupposti valori dell’ecovillaggio ha riguardato le sfere del risparmio ambientale e del recupero delle risorse naturali presenti sul territorio; si e` cercato, inoltre, di individuare una proposta progettuale che prevedesse comunque momenti o luoghi di condivisione senza vincolare troppo i possibili nuovi residenti.

 

Funzione residenziale

A Pequerel, il progetto prevede una larga riconferma della situazione residenziale con alcune peculiarita`. Il recupero dei fabbricati oggetto del progetto e` finalizzato a un uso stagionale o permanente. Nel primo caso le unita` abitative sono usate come case vacanze o albergo diffuso. Nel secondo esse hanno il fine di abitazione permanente. Per agevolare questa funzione risultano necessari il potenziamento di collegamenti viari da valle e la progettazione di un’area parcheggio (utile anche per la funzione turistica).

Prevedere una corrispondenza “luogo di abitazione – luogo lavorativo” circoscritta al territorio in esame rende l’ipotesi adeguata a dei criteri di standard e di comfort abitativi contemporanei.

Si prevede la possibilita` di tornare a mettere a coltura appezzamenti di terreno con coltivazioni biologiche e ad alta qualita`, data la scarsa produttivita` dei terreni montani.

Per dare maggiore forza a tale intento si prevede che anche la funzione turistica vede come attanti della micro-economia locale gli stessi abitanti.

 

Funzione turistica

Tale funzione occupa una posizione centrale, nodale nell’indagine riguardo al presente e al futuro della montagna. Il turismo e` senz’altro il settore su cui si punta per far rivivere una borgata. Si rende necessario, pertanto, una precisazione: il turismo cui ci si rivolge non e` sicuramente ne´ quello di “massa”, bensi` un turismo di “nicchia”, ovvero un turismo che punta sulla qualita` e non sulla quantita` dei turisti, che e` in grado di interpretarne le necessita` e, infine, che non comporta un eccessivo consumo del terreno e delle risorse ambientali. Esso presuppone un atteggiamento di interesse verso il territorio (natura – persone – cultura). Indispensabile si e` ritenuta la presenza di determinate strutture ricettive: una struttura agrituristica anche per il turismo giornaliero che proponga una cucina basata sui prodotti tipici del luogo; un ostello, ovvero una dimora ospitale per il soggiorno temporaneo molto economico e destinato prevalentemente ad un turismo giovanile; una sauna (zona benessere) atta al comfort dei turisti o residenti. Tali strutture hanno la funzione di innovare, modernizzare e rendere pratica e redditizia la proposta turistica.

 

Spazi ad uso collettivo

Ultima, ma non meno importante, la funzione pubblica. Per tramandare la memoria storica dell’utilizzo della borgata e alla luce di una rilettura piu` attenta del contesto territoriale e storico si e` ritenuto opportuno portare la borgata ad avere maggiore attenzione verso le esigenze comuni attraverso la riproposizione di alcuni spazi a fini “collettivi”.

In primis sono stati adibiti spazi comuni come luoghi di condivisione e di svolgimento di mansioni lavorative in corrispondenza dei piani terra, originariamente stalle, di alcune abitazioni. Inoltre sono state progettate: una sala comune adibita a refettorio, sala feste, biblioteca, sala riunioni,...; un luogo pubblico centrale, fulcro degli snodi e dei percorsi in della borgata; un laboratorio artigianale, in cui lavorare i prodotti derivanti dall’attivita` produttiva locale, connesso ad un deposito e ad un locale di stoccaggio prodotti.

Infine, si e` ritenuto utile ripristinare il forno e la fontana pubblica aventi funzione conservativa della cultura del luogo. A cio` e` strettamente connessa l’attenzione alla sostenibilita` ambientale, la produzione biologica e il recupero sociale delle funzioni collettive.