Ci abbiamo creduto - Analisi di Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte
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Ci abbiamo creduto - Analisi di Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte

 

28/07/2016

Ci abbiamo creduto - Analisi di Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte


Quando abbiamo iniziato a parlarne, nel 2008, tutti pensavano stessimo scherzando. Recuperare i borghi alpini del Piemonte non era una cosa possibile. Dopo decenni di abbandono, decenni di nuove costruzioni fatte molto spesso senza criterio e senza troppe regole architettoniche, il tema del recupero non era considerato. Né sui territori, né nei palazzi regionali. Ci abbiamo messo molto tempo per spiegare che un nuovo percorso sarebbe stato possibile. Non avevamo però dati alla mano. Solo stime, di quei 5000 o forse più immobili recuperabili su tutto l’arco alpino. Non volevamo però cadere nell’ennesima operazione immobiliare, nei progetti per recuperare e basta, per tirare su e rimettere sul mercato. Così abbiamo iniziato a parlarne con gli assessori regionali e i funzionari. Quelli in particolare che si occupavano di fondi europei. È stato lì, proprio mentre si era aperta la programmazione 2007-2013, che abbiamo voluto inserire una misura per la rivitalizzazione dei villaggi. È diventata ed è ancor oggi la 322. Un modello per molte altre Regioni, con la regia regionale, gli obiettivi legati al recupero ma anche all’insediamento di imprese.

Abbiamo vinto una scommessa prima di tutto. Spiegare al Piemonte che il Psr non è solo un piano per l’agricoltura, ma un piano di sviluppo rurale del quale montagna e foreste sono parte forte come l’agricoltura stessa. Non è stato semplice e non lo è oggi, quando sul nuovo Psr 2014-2020 non sono ancora state individuate risorse a regia regionale per la rivitalizzazione dei borghi.

Da allora, dal bando del 2009 che ha avuto mille complessità, chili e chili di carte da presentare, iter burocratici lunghissimi, di strada se ne è fatta molta. Il tema del recupero è diventato centrale a livello nazionale, per le città certamente. Non ancora nelle are montane. Il recente Collegato ambientale alla Legge di stabilità, la prima legge nazionale sulla green economy, mette le green communities, le comunità verdi nelle Terre Alte, al centro del suo intervento normativo. Ragionare in rete, secondo il principio smart che sempre conquista, vuol dire lavorare intensamente nelle Unioni montane di Comuni sul tema del recupero, utilizzando tutte le risorse disponibili, compresi gli investimenti privati che si stanno moltiplicando  in Piemonte e soprattutto in altre Regioni italiane. È una bella sfida. Perché recuperare vuol dire “ritorno”, arrivi di giovani e attivazione di imprese. Servono strategie, pianificazione, interazione tra Comuni, supporto di Province e Regione. Serve un percorso che possiamo dire di aver aperto, nel quale abbiamo coinvolto come Uncem centinaia di Comuni, associazioni culturali, ordini professionali, anche Università e docenti che fino a ieri erano sempre stati legati ala città e alle sue barriere, ai quartieri e ai palazzi tra centro e periferia. Hanno volto lo sguardo verso l’alto e hanno capito, insieme a tanti studenti e professionisti, che nelle aree montane, nel recupero di borghi e non solo, potranno nascere grandi opportunità di sviluppo. Noi, con loro, ci abbiamo creduto. Continueremo a crederci. Dando, per quanto potremo, supporto a imprese, architetti, ingegneri, studenti e naturalmente ai Sindaci, i nostri Comuni. Questo sito, con tante proposte e buone pratiche, ci può aiutare.